
Voto
È il diritto politico per eccellenza, in quanto consente ai cittadini di partecipare alla vita politica del paese, eleggendo i propri rappresentanti. La Costituzione lo descrive come un dovere civico all’art. 48 e prevede che spetti a tutti i cittadini maggiorenni. Il testo costituzionale individua alcune caratteristiche inderogabili in base alle quali il voto:
- personale – non si può delegare un’altra persona per farlo;
- uguale – come in ogni democrazia che si rispetti, non esistono cittadini il cui voto conta più degli altri;
- libero – tutelando così la libertà di coscienza e scelta di tutti;
- segreto – per garantire la libertà di mantenere riservate le proprie scelte in campo politico.
In Italia, tutti i cittadini maggiori di 18 anni eleggono: i membri Camera dei Deputati a livello nazionale; quanto agli enti territoriali, il consiglio regionale e – tranne Valle D’Aosta e Trentino Alto Adige – il presidente della Regione, il sindaco e il consiglio comunale (per queste ultime cariche basta il requisito della residenza). Sono chiamati inoltre a eleggere i rappresentanti italiani al Parlamento europeo. Votano inoltre in tutti i referendum, siano costituzionali, abrogativi o consultivi. Spetta invece ai maggiori di 25 anni l’elezione dei senatori italiani.
Il diritto di voto tutela anche l’elettorato passivo, cioè la possibilità di essere eletti: dai 18 anni per tutte le cariche regionali e comunali, dai 25 per la Camera dei deputati e per il Parlamento europeo e dai 40 per il Senato della Repubblica.
La crisi Covid-19 ha inciso sul godimento di questo diritto in quanto sono stati posticipate all’autunno le elezioni amministrative in 6 Regioni ordinarie (Liguria, Toscana, Marche, Veneto, Campania e Puglia), in una Regione a Statuto speciale (Val d’Aosta), in molti Comuni italiani nonché il referendum costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari previsto inizialmente per il 29 marzo 2020.